Per quale motivo ci rilassa il rumore del mare? Perché siamo più ispirati quando ci sdraiamo al parco su un prato? Ma soprattutto: come possiamo trasferire questa sensazione di serenità fra le nostre mura di casa? La risposta a tutte queste domande potrebbe essere una: la biofilia, ossia la tendenza dell’uomo a essere attratto da tutto ciò che è “vita” e che suscita emozioni di affiliazione. L'equivalenza natura-benessere è innata, istintiva, primordiale e scientificamente provata: gli studi dimostrano che anche una semplice passeggiata in un bosco è in grado di abbassare i livelli di cortisolo, ossia l'ormone dello stress.
Da questa teoria, dal profondo legame che unisce indissolubilmente uomo e natura e dal grande beneficio che apporta l’inserimento di elementi green in un ambiente antropico, si sviluppa, oggi, l’architettura biofilica: un tipo di progettazione d’interni eco-sensibile che ci permette d'interagire con il paesaggio per trarne dei vantaggi non indifferenti come la riduzione di tensione e affaticamento, l’aumento della creatività e il miglioramento generale del benessere psicofisico.
Elemento imprescindibile dell’architettura biofilica è, ovviamente, la presenza diretta di piante, alberi, fiori, acqua e altre caratteristiche naturali in un ambiente indoor, per stimolare una connessione positiva. A sostegno di ciò, giocano un ruolo fondamentale anche materiali ecologici, intarsi floreali, oggetti di design sostenibili e la creazione di ambienti sani e spazi calmi attraverso, per esempio, tonalità cromatiche ispirate all’ambiente esterno o finestre con ampie vedute che valorizzino la luce naturale.
Sembra poco, ma in una società come la nostra, sempre frenetica e ingarbugliata tra i fili di mille device tecnologici, il contatto con la natura è ormai diventato una necessità, una priorità per il benessere individuale e una migliore qualità della vita. E l’architettura biofilica potrebbe essere la giusta soluzione.